Seduto a la piccola tavola, di sotto il platano che dava ombria a la casa, Roberto Noli, il medico del paese, leggiucchiava il giornale aspettando il desinare.
Era appena tornato dal suo giro in montagna, per frazioni e casolari sparsi; giro faticoso in quella stagione che il sole scottava nell'aria afosa.
La giacchetta scura e attillata modellava il suo busto d'uomo giovine e forte e dava risalto al volto dai lineamenti regolari, i baffi biondi, gli occhi grandi azzurri.
Nel silenzio si sentiva lo scrosciare monotono dell'onda morta contro il muro del giardinetto; ad ogni poco la voce di chi passava lungo la via, su cui aprivasi l'entrata della casa; un rapido fracasso di ruote su l'acciottolato; il lontano toccheggiare di qualche chiesuola.
Roberto Noli aveva fame. Leggiucchiando pregustava il piacere del modesto desinare; già due volte aveva sollecitato con voce il domestico perché si spicciasse.
E Andrea posava appunto la zuppiera fumante su la mensa, quando un tintinnìo speciale annunciò l'arrivo d'una bicicletta e subito si sentì squillare il campanello.
Padrone e servitore si rabbruscarono.
Chi poteva essere?... Venivano per il medico?... E il povero medico che cascava di fame!
Drrrrrrrin!