"La Coscienza di Zeno" rappresenta l'apice della produzione letteraria di Italo Svevo. Pubblicato nel 1923, il romanzo non ottenne inizialmente successo, fino a quando non intervenne lo scrittore irlandese James Joyce, amico di Svevo, che inviò il testo ad alcuni scrittori e critici, tra cui Valéry Larbaud, Benjamin Crémieux, Thomas Stearns Eliot. Il romanzo segna il carattere d'avanguardia dell'autore e la sua voglia di sperimentare, la narrativa si unisce alla psicologia e Svevo diventa con quest'opera un romanziere novecentesco a tutti gli effetti. "La Coscienza di Zeno" è considerata un'opera rivoluzionaria per la profondità dell'introspezione.