Undicesimo secolo dopo Cristo. In un'Italia contesa tra longobardi, bizantini, svevi e arabi, dalla cittadina francese di Hauteville giungono cinque fratelli in cerca di fortuna. Armati di spada e di una smisurata ambizione, sconfiggeranno papi e imperatori, scacceranno l'Islam dalla Sicilia e cambieranno il corso della Storia. Il penultimo tra loro, Roberto, grazie alla propria scaltrezza, a sconcertanti capacità d'inganno e a una mancanza di scrupoli leggendaria, guadagnerà il soprannome di Guiscardo. Questo romanzo, secondo volume della saga dei normanni, raccoglie come un diario la testimonianza e la confessione di Roberto d'Altavilla, duca di Puglia e Calabria, oggi sepolto nell'abbazia di Venosa e ricordato in moltitudini di statue, monumenti e luoghi d'Italia. Tra i suoi lasciti, forse i più importanti sono l'indole opportunistica, la furbizia ostentata come un vanto, l'arte di arrangiarsi, l'insofferenza per fedeltà e giuramenti che rendono noi italiani, in qualche modo, "figli del Guiscardo".