"2038: la rivolta", il romanzo che devo introdurvi, pubblicato da Mondadori nel dicembre 2000, vincitore del Premio Urania, è un'opera di fantascienza che si potrebbe definire in molti modi: cyberpunk, politica, post-moderna, sociale, provocatoria, antieroica…
Io preferisco "italiana". E' infatti una storia fantascientifica dal sapore prima di tutto italico, dall'ambientazione napoletana alle tematiche assolutamente nostrane e attuali, dall'omaggio alla musica partenopea all'attenzione verso le opportunità e i drammi del nostro vivere quotidiano. Rileggendola in questi giorni, mi sembra incredibile che sia stata scritta prima del tragico G8 di Genova, prima della crisi Fiat, finanche prima del trionfo elettorale di Berlusconi. A volte noi miseri autori di science-fiction azzecchiamo qualche previsione: ahinoi, anche quelle che vorremmo non veder mai realizzate.
Francesco Grasso
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