Un bellissimo corpus di novelle, ricco di quadri pieni di colore e movimento, abili giochi di prospettive, guizzi improvvisi e bizzarre suggestioni tratte da antichi motivi folklorici. La raccolta, che comprende ventidue novelle, è una delle più note in assoluto tra le numerose composte dalla Deledda. Edita per la prima volta nel 1912 dal prestigioso editore Treves, "Chiaroscuro", insieme alle più belle composizioni del periodo 1909-12 come "Libeccio", "Il cinghialetto", "Le scarpe" ecc., contiene anche "La festa del Cristo", la novella che Emilio Cecchi definì «ardita e soave» e che induce col suo stile «un presentimento di possibilità sempre al punto di sbocciare». Una raccolta-capolavoro, modello di riferimento nella costruzione dell'universo letterario deleddiano.